La partenza malandata…..
Civitavecchia, 26 Aprile 2006
Ore 18.00 come stabilito……si parte, o meglio si scende in garage per la partenza……..
L’inizio del viaggio non è che sia stato dei migliori, considerando che dopo appena 10 km dall’inizio della nostra avventura Rik mi dice “perdiamo olio” !!!!!! E sì…perdere olio dalla moto con la quale si prospettano più di 2.000 km, non mi sembra il massimo!!!!!!!
Dopo una rassicurante sosta dal meccanico BMW… ci rimettiamo in viaggio più convinti che mai!!!!!!!!! Questa volta si fa sul serio!!!
Trascorrono non più di 10 minuti quando….oh nooooooooo PIOVE!!!!!
Appunto dicevamo…
Bardati come astronauti, gommati da cima a fondo tentiamo di ripartire e speriamo che questa volta sia quella buona…..
Lampi e tuoni acqua a non finire!!!! Ma… l’antipioggia funziona!!!
Dopo tante peripezie, arriviamo a Civitavecchia e alquanto di corsa facciamo il chek in e ci mettiamo in coda per l’imbarco, macchine stracariche di roba che sfiorano l’asfalto, gli impianti stereo a tutto volume con canzoni arabe…..abiti lunghi e veli in testa…. l’atmosfera si inizia a preparare!!!!
Ci sistemiamo nella sala cuccette, oh….ma tutta la gente in fila all’imbarco dove è finita?…..
Tra i pochi ospiti della stanza riconosciamo i 2 italiani motociclisti del chek in….gli unici italiani presenti sul traghetto!!!!
Arrivo previsto tra 16 ore !!!!!
Non siamo ancora arrivati e Chiara è già alle prese con la telecamera
Non è proprio una nave da crociera!!!
Nabeul, 27 Aprile 2006
Ore 18.00 come stabilito……si parte, o meglio si scende in garage per la partenza……..
Il risveglio non è stato proprio come se fossimo su una nave da crociera, non che me ne intenda…..ma immagino o meglio spero, per chi fa le crociere, che non si senta tanto il mare mosso come sulla nostra…poco più che zatterina, hi hi hi.
Tra un sussulto e l’altro siamo arrivati a destinazione…. TUNISI!
Controlli, controlli e ancora controlli, il passaporto te lo chiedono in 100, oh, ma è sempre lo stesso, mica lo cambio!!! Insomma dopo i 300 mila controlli e soprattutto dopo una lauta mancetta al doganiere, riusciamo a dirigerci verso l’uscita…eccola, finalmente, La Tunisia!!
Ed ecco in lontananza la punta nord dell’Africa, la Tunisia.
L’impatto con la città è stato un po’ scioccante, un traffico della malora, gente che sbracciava nelle auto per salutarci e soprattutto tutti che suonano il clakson, ma non se ne capiva il motivo, era un vero casino!!!!. Alla ricerca della “autoroute” ci siamo persi per le vie di Tunisi e…..guarda chi si rivede… i due italiani motociclisti di Prato!!!! Decidiamo di unire le forze e di affrontare insieme la “giungla”!
Siamo diretti a Nabeul, una cittadina alle porte di Hammamet, tranquilla, senza turisti e lontana dai mega hotel, d’accordo con i nostri nuovi amici cerchiamo una sistemazione per la notte. Premetto che a fine aprile non è ancora iniziata la stagione, pertanto: il 1° hotel indicato dalla Lonely Planet era al completo, il 2° chiuso così come il 3°…….aiaiai in moto non si può dormire eh!!!
Un po’ preoccupati ci guardiamo intorno, da lontano scorgiamo delle luci “Pension Club Le Monià”, la nostra guida non lo indica, ma……ok c’è posto!!Tipi un po’ strani, ma…..molto gentili, dopo una minima trattativa che includeva anche la colazione (forse la loro prima, servita), accettiamo!!!
Le camere fanno letteralmente schifo, il bagno è pieno di calce ovunque, la vasca incrostata e rotta, sembra proprio rimediato, le lenzuola sono sporche gli asciugamani puzzano di olio fritto!
Solo dopo, parlando con un italiano della zona ci viene svelato l’arcano….è un BORDELLO!!!!
Bene!!! Ecco perché nella guida non era nemmeno segnalato!!!!! Ma ti pare…..Maronna mia!!!!!
La descrizione della notte è di dovere……abbiamo dormito vestiti con le tute da moto, stendendo l’unico asciugamano che sembrava meno sporco…tutti raggomitolati per avere il minimo contatto con il letto e non vi dico come mi sono svegliata l’indomani! E la colazione? Bhè per essere i primi ospiti a richiederla…..non è andata così tanto male.
La nostra bellissima moto a riposo… ma sopratutto noi a riposo.
Il labirinto di Mahdia.
Mahdia, 28 Aprile 2006
Dopo “l’eccellente colazione “ ricaricate le moto, ci rimettiamo in viaggio, ma le nostre strade si dividono,noi decidiamo di andare verso sud passando per la costa, loro per l’entroterra.
Prima tappa della giornata è un paesino di mare, Mahdìa dove, dopo aver contrattato con il parcheggiatore per la custodia della moto,( eh si, ci è stato riferito che le moto fanno molto gola, vista la scarsa presenza) ci addentriamo nella medina. La sensazione è quella di essere in un film girato negli anni ‘50 a Palermo. Molto retrò…
Riprendiamo la moto, caramente custodita dal parcheggiatore, e andiamo a visitare un cimitero la cui particolarità è quella di essere costruito in riva al mare e di essere tagliato dalla strada. Ed ecco che la strada si trasforma in un labirinto……ci troviamo a fare la gincana tra i banchi del mercato, e finiamo con la moto dentro i vicoli della medina, ci si perde a piedi figuratevi con la moto. Alla fine 2 gentilissimi tunisini ci aiutano ad uscire da questa matassa.
Riprendiamo verso sud , il paesaggio si inzia a trasformare, sempre meno olivi, la terra sempre più sabbiosa.
Il paesaggio è MOZZAFIATO, i colori del del terreno sono simili all’oro, il sole sta scendendo e noi sembriamo di essere i protagonisti di un film in un set surreale. Il silenzio, regna, impera…..qualche minuto di contemplazione!!!!!! E’ RIGENERANTE!!
La stradina montana, ci conduce a Matmata, regno dei “Trogloditi”: popolo che vive in abitazioni scavate nella sabbia per proteggersi dai terribili caldi estivi e dal freddo notturno. Come abbiamo messo piede in questo paesetto semi disperso, la quiete era già dimenticata: ci hanno letteralmente assaltato!
Il cimitero sul mare di Mahdia
Il grande ERG………
Ksar Ghilane, 29 Aprile 2006
Ci stiamo dirigendo sempre più a sud….questa volta a bordo di un super Jippone e di Mohammed…la nostra guida…èh sì, per oggi abbiamo abbandonato la moto, con non poco dispiacere , ma tutti quelli che abbiamo incontrato ci hanno sconsigliato di procedere con il nostro mezzo.
Chissà perché nell’arco della giornata Riccardo mi ha lanciato frasi del tipo “Certo…il passeggero limita un po’.. Vedi?……Con il passeggero…… Vabè lasciamo perdere….
…quindi in jeep con Mohammed ci dirigiamo verso Ksar Ghilene, un’oasi all’inizio del “Grande Erg”!!
Il viaggio è stato sceKerante….sterrati…ciottoli…sabbia…dopo una 50ina di km nel nulla più totale, ci fermiamo nel mitico Cafè Bir Soltane, dove non poteva mancare il mitico Tè alla menta e le “Galetes”o qualcosa di simile…, insomma una sorta di pizzetta (o meglio il pane arabo) cotto sotto la sabbia da farcire con del buon formaggino o con l’”Arissa”, una salsa che apparentemente sembra pomodoro, invece è il fuoco ….peperoncino puro……
Riprendiamo il mezzo e dopo aver percorso altrettanti km di sterrato arriviamo alla mitica oasi!!!!
Palme e acque termali dove poter immergerci, dromedari a cavallo dei quali poter raggiungere le grandi dune…..il silenzio assordante del deserto…….e il sole!!!!!!!!!!
Il silenzio è rotto soltanto dai passi degli animali, tutto intorno….solo un mare di sabbia “oro”….
Questo è il vero SAHARA!!!!!!
Sulla pista nel deserto per raggiungere Kas Ghilane
Sosta per un classico the alla menta nel deserto
Il Sahara…
I Magnifici Tunisini.
Tatouine, 30 Aprile 2006
La mattinata inizia con un po’ di perplessità…il tempo stringe e dobbiamo calcolare bene i tempi di risalita fino a Tunisi.
Decidiamo di spingerci ancora più a sud per vedere gli Ksour. Le strade sono strette, tortuose e desolate…il paesaggio incredibile…. Quà e là nel nulla più totale si scorgono persone….sono così lontane dal centro abitato che ti chiedi cosa cavolo ci fanno a piedi su queste zone, e dove vivono??
Attraversiamo le montagne e i suoi paesini arroccati, come Toujane, un paese che sorge ai piedi di una collina dove le antichissime abitazioni in pietra di color rossastro, ed i ruderi delle abitazioni non più usate creano un atmosfera surreale. Le donne che si incontrano sono tutte vestite colorate, con il capo coperto e molto affaccendate alla raccolta dell’erba, al pascolo con le capre e le pecore…. Ma gli uomini??? Dove sono e soprattutto… CHE FANNO?! La maggior parte sono nei caffè a fumare o appollaiati su scalini a chiacchierare.
Dopo aver macinato diversi chilometri, arriviamo più a Sud che possiamo, vicinissimi al confine con la Libia, qui sono disseminati nella zona gli Ksour, dei granai fortificati vecchi dai 200 ai 400 anni. Noi visitamo quello di OULED SOLTANE, imponente, costruito su 4 piani dove venivano conservate in parte le giare con l’olio e in parte i raccolti. Sorprendente l’architettura, molto più bella e complessa delle baracche che costruiscono per vivere ora.
E ORA AVVIENE L’ASSURDO…. Era ormai l’ora di pranzo e prima di affrontare i centinaia di chilometri sotto il sole infuocato per arrivare a Douz volevamo pranzare. Poiché eravamo entrati in confidenza con il custode dello Kasr, gli ho chiesto, a titolo informativo, se nel paese c’era per un posto mangiare, lui ci ha risposto di no, ma se volevamo, andava lui ad acquistare qualcosa per noi nel paese vicino. Naturalmente abbiamo risposto che non era assolutamente necessario, ma vista la cortesia da queste parti è stato impossibile bloccarlo. Ha dato disposizione ai suoi “dipendenti” di andarci a fare spesa…. PANE, la mitica BAGUETTE, POMODORI, CIPOLLA e TONNO, come se non bastasse ce l’hanno lavata e tagliata…. E noi a qeul punto non abbiamo potuto tirarci indietro , nella speranza di non contrarre qualche MEGA virus intestinale a causa della loro acqua per noi un po’ pericolosa!!!
Ci hanno fatto sentire come due maraja, erano tutti prodigati per servici e quando vedevano che cercavamo qualche cosa subito si buttavamo verso di noi per chiederci se tutto era a posto, se volevamo più cibo. Ci ha fatto addirittura comprare il sapone per le mani!!! A raccontarlo non ci si crede….. e nemmeno a dirlo, eravamo soltanto io e rick, nessun altro al di fuori dello “staff”!!!
La cortesia da queste parti sarà difficile da dimenticare!!
Dopo mille ringraziamenti e alquanto dispiaciuti di lasciare lo ksar ci siamo incamminati in direzione Douz.
Sono stati centinaia i chilometri percorsi tra strade, stradine e paesaggi mozzafiato, fino ad imboccare la strada del deserto, la bellissima strada dritta che taglia il Sahara Orientale. Ci siamo stancati veramente tanto e il caffè che abbiamo incontrato dopo tanto ci è sembrato un vero miraggio. E allora sosta per l’ennesimo the del deserto… ma stavolta al CAFE DU TARZAN!!!
Due baracche, un banchetto fuori all’ombra e non troppo lontano una tenda, dimora dei beduini… i proprietari del caffè. Da un semplice the al volo la sosta si è trasformata in un vero e proprio banchetto con tanto di baldoria festaiola.
Ci hanno offerto il vino tunisino, naturalmente dai loro bicchieri e ancora olive, formaggio, cetriolo e pomodori, sciacquati in una ciotola con dell’acqua NERA!!! Io e rick ci siamo guardati e abbiamo stretto le spalle… “STA DISSENTERIA, O LA VA O LA SPACCA!!!”, poi sono arrivati altri tunisini a bere e allora si che i bicchieri passavano da una mano all’altra… pensavo di sentirmi male… ma la cortesia, la bontà, la semplicità di queste persone mi facevano passare tutto!!!
Dopo aver cantato canzoni arabe (?!?!?) e riso a crepapelle siamo ripartiti (naturalmente non ci hanno assolutamente voluto nemmeno un dinaro ne per i the ne per il banchetto!!!) accompagnati da due di loro siamo arrivati a Douz, paesetto nel deserto le cui strade erano piene della sottilissima sabbia ed in alcuni tratti abbiamo proprio faticato a reggere la moto. C’erano persone a piedi e carretti trainati da multi, moto in assetto da Parigi-Dakar e molte jeep.
All’albergo fanno parcheggiare la moto di Rick nel Ristorante…. AVETE CAPITO BENE!! Nel ristorante, entrando scavalcando lo scalino della porta dell’albergo, attraverso la Hall e passando tra gli ospiti sempre spingendo la moto a mano (300 chili e non sentirli!!!).
La serata è passata tra la gente del posto, sempre accompagnati dal nostro amico conosciuto da Tarazan.
* Cena da Ali Baba’
* Visita della porta del Deserto
* La sosta Drink al Campeggio gestito da un italiano
* La grande paura al ritorno, per l’imbocco di una scorciatoia, deserta e buia tra le palmerie, pensando che ci facevano la festa (QUANTO SIAMO MAL FIDATI!!!)
* Fine serata in compagnia del tipo dell’albergo con la “moglie” di Foligno
* Un bel sonno nel letto di CEMENTO della camera!!!
un paese lungo la strada per Tataouine, ormai siamo vicini al confine libico
Queste persone ci hanno trattato come fossimo a casa, serviti e riveriti, che ospitalità!!!!
E qui abbiamo fatto veramente festa con i nostri nuovi amici al bar al Cafè du Tarzan
Sale, acqua e rovine romane.
Douz, 1 Maggio 2006
Siamo veramente costretti alla rapida risalita, domani dobbiamo imbarcarci a Tunisi. Decidiamo quindi il rientro passando per le oasi di montagna a confine con l’Algeria.
La strada che collegta Douz a Tozeur è a dir poco stupefacente, attraversa un lago salato immenso e taglia in due il deserto del Sahara. Riusciamo a vedere l’effetto dei miraggi all’orizzonte della strada, sembrano carovane di cammelli che camminano e oasi piene d’acqua… fantastico. Da Tozeur poi la strada inizia a salire verso le montagne.
Le oasi di montagna sono un miracolo della natura!! Parlare di montagna qui non è certo come da noi, non esiste vegetazione, sono ammassi di roccia e sabbia erosi dal vento e dalle pochi piogge. In queste zone si trovano delle bellissime cascate e tanti palmeti. Per un attimo ti sembra di aver abbondanato il deserti, invece ci sei ancora dentro. A Tamerza, ci fermiamo a fare foto al bellissimo paese di pietra… e chi ti incontriamo per strada…. I motociclisti di PRATO, quanto è piccolo il mondo!!!!! Continuando il nostro “risalire” abbandoniamo la montagna, su…. su… fino a superare Gafsa (centro della Tunisia industriale). Strada facendo abbiamo bisogno di mangiare, erano le 16 e non avevamo ancora pranzato… e quindi decidiamo di fermarci a mangiare nei loro “ristoranti-macellerie-a-cielo-aperto”. Ti ammazzano la pecora, la spellano, la appiccano, la dissanguano, ti fanno scegliere che pezzo vuoi, la cuociono sulla brace in un barbecue al bordo della strada….. un igiene di primo livello! Il languorino era tale che ho quasi costretto rick con la forza alla sosta. Nemmeno a dirlo, tutto con le mani, senza posate, con bottiglione di coca cola, saletta di arissa e pomodoro, e baguette.
OTTIMO, veramente buono, a volte l’apparenza inganna, e poi dopo Tarazan eravamo proprio pronti a tutto.
E via ancora più su, con svariate soste per riuscire a prenotare l’albergo per la notte aiutati dai tunisini che ci parlavamo in arabo, arriviamo un po’ indolenziti dopo 400 km alla pausa rigenerante serale di Sbeitla, con i suoi magnifici resti romani meglio conservati della Tunisia. Qui abbiamo compensato il BORDELLO della prima sera con un MEGA hotel cinque stelle con vista sulle rovine, piscina riscaldata e confort di altissimo livello (al prezzo di una pensioncina da noi!!!)
La serata passa con un bel drink in piscina, con tanto di musica al pianoforte di sottofondo e una cena 5 stelle, ci voleva proprio.
L’immenso la salato
Le oasi di montagna, un posto incredibile, dall’alto delle cascate si vedono le dune del Sahara in basso
Il nostro pranzo, scelto e mangiato… un po’ macabro.
Sbeitla, dal bordello al 4 stelle, un po’ e un po’.
Il ritorno, piano, piano
Tunisi, 2 Maggio 2006
Ci dispiace lasciare questo bel posto e dopo una colazione degna dell’albergo ci incamminiamo verso Tunisi, la strada ormai non è più molta e ce la prendiamo comoda. Per strada ci fermiamo ad acquistare del peperoncino in polvere (1 KG) da un contadino che ce lo fa pagare 4 dinari, per noi nulla per lui una ricchezza, tanto che forse si sente in colpa e prima di andare via ci regala una busta di albicocche!!!
Pranziamo ad Hammamet, un posto “ESTREMAMENTE” turistico, visitiamo la medina e cerchiamo di scappare via il prima possibile assaliti in continuazione dai venditori, siamo contenti di aver visitato una Tunisi molto diversa. Avevamo pagato 5 dinari un parcheggiatore per controllarci la moto, penso che eravamo stati molto generosi, tanto che siamo partiti che ci fissava la moto e dopo un’oretta siamo tornato che era nella esatta posizione di come lo avevamo lasciato!!!
Arrivato al porto il solito tutto fare della dogana ci accompagna a preparare i documenti (che estorsione).
Al porto facciamo conoscenza con i ragazzi che vendono e barattano la merce dell’ultimo minuto, due dei quali estremamente gentili e simpatici, siamo stati con loro più di due ore a chiacchierare.
Saliti sul traghetto e preso possesso della cabina cadiamo in un sonno profondo, stremati dai 2300 chilometri fatti e consapevoli che il nostro viaggio è volto al termine.
Per 3 euro abbiamo comprato un chilo di peperoncino in polvere, ci durerà tutta la vita
3 comments
Adesso si che sei tornato il vero Riccardo… Senza moto non ti povevo più vedere!!!!
che dire, cari ragazzi siete sempre più incredibili, grandiiiiiiiiiii
bellissimo viaggio, ho iniziato a leggere il diario, brava Chiara!!!!
ciao
Riccardo devo dire che il vostre sito è sempre più carino, la scannerizzazione del moleskine è un tocco di gran classe
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