Sellano OFF-ROAD… doveva essere una passeggiata domenicale…

Siamo partiti presto (ma non troppo) alla volta di Sellano, questa mattina. Tanto è bastato spingere un pò di più sull’acceleratore del Ranger e siamo comunque arrivati in orario per la partenza. Ah, dimenticavo: il Ranger è questo strano mezzo, a metà fra un quad ed un fuoristrada… per dirla in breve: ne carne ne pesce!

Comunque, dopo aver caricato tutto l’occorrente (taniche di benzina supplementari, bottigliette d’acqua e una bella borraccia piena di acqua e anice ?!?!? e quant’altro) ci siamo diretti velocemente a Sellano. All’arrivo, siamo stati accolti con grande interesse, perchè, in effetti tra una montagna di fuoristrada e qualche quad, il nostro mezzo appariva davvero particolare. Dopo aver fatto l’iscrizione e aver compilato tutti i fogli di rito, abbiamo chiesto delucidazioni sul percorso e su come sarebbe proceduto. In pratica, questa escursione prevedeva l’uso del Roadbook, cosa a noi davvero sconosciuta. Questo foglio, pieno di freccine e numeri a due ipertecnologici dotati di navigatore satellitare dell’ultima generazione, appariva un pò come la preistoria. E’ stato quindi subito chiaro che avremmo dovuto accodarci a qualcuno per percorrere tutto il tragitto. Allora abbiamo detto: ci mettiamo dietro ai quad, che per affinità ci somigliano un pò di più. Siamo partiti. Dopo 4 curve i quad ci avevano già seminato…

A questo punto non ci è rimasto che iniziare a studiare il RoadBook, usando il nostro costosissimo Garmin GPS Map 60Cx, come un normalissimo contachilometri parziale…
Dopo esserci ingarbugliati un pò con le prime indicazioni, siamo riusciti a prendere il via e finalmente è iniziata la nostra avventura!

La strada si è presentata sin da subito leggermente diversa da quanto era stato descritto come “Turistica”. Non che si voglia muovere una lamentela all’organizzazione, che ha fatto il suo bel lavoro! ma la prima salita sbrecciata, su un costone di montagna con un dirupo alla nostra destra di svariate centinaia di metri, ci ha dato subito una prima infarinata di quello che ci saremmo dovuti aspettare dopo!

Dopo un primo pezzo, relativamente facile, siamo approdati alla prima sosta per uno spuntino. I ragazzi dell’organizzazione che avevamo incontrato poco prima con un camion che trasportava il gazebo da mettere al punto di ristoro… se lo sono persi per strada!!! In pratica, su una salita, dal cassone del Ford Transit, il gazebo è volato via, schiantandosi sulla strada e rompendosi in mille pezzi. La sostanza è che il primo spuntino lo abbiamo fatto sotto il sole! Ma comunque è stato davvero divertente! La cosa singolare è che sul Roadbook c’era scritto di non parcheggiare i mezzi sul prato. Però il prato era l’unico posto dove poter parcheggiare una montagna di fuoristrada!!!

Ripartiti dal punto di ristoro abbiamo iniziato una discesa che si è trasformata in breve: da facile e divertente a difficile e inquetante. Il Ranger è molto più largo di un Quad, e in genere non ha problemi di inclinazione, ma su questa prima discesa, un pò ci siamo dovuti dar da fare…

Sin da subito è comunque stato chiaro, che ci conveniva andare avanti come cani sciolti, poichè la quantità di polvere alzata dai fuoristrada, davanti a noi, era tale da renderci completamente bianchi! Riccardo, che non aveva portato via gli occhialoni da cross, ne ha fatto sin da subito le spese… Oltretutto, la sua bella polo chiara è diventata subito anche una sorta di bandana per la bocca! Io invece ero dotato di occhialoni e mascherina… ma comunque mi sono preso una montagna di polvere!

Dopo aver attraversato un pò di valli e di strade, relativamente semplici, siamo arrivato al punto che sul Roadbook veniva descritto come “Manovra difficile“. Ci siamo subito interrogati (io e il mio navigatore… beninteso Riccardo, non il Garmin!) su cosa volesse dire Manovra difficile.

La risposta non ha tardato ad arrivare. Visti da sotto, i fuoristrada che salivano sulla stretta carrareccia verticale apparivano come visti da un elicottero. Questo significa che l’inclinazione era davvero parecchia… troppa! Comunque, non ci siamo persi d’animo! abbiamo inserito le ridotte, le quattro ruote motrici, e via su per la scogliera!

Alla prima curva a gomito (ma davvero quasi un gomito rotto, per quanto era torta), ci si è parato dinanzi un vero e proprio scoglio che, messo in quel punto specifico, ci ha fatto riflettere un secondino su come dovevamo affrontarlo. In realtà c’era ben poco da riflettere: la carrareccia era larga si e no quanto il Ranger, e lo scoglio la occupava tutta. Quindi, armati di sangue freddo e ridotte lo abbiamo attraversato… alla faccia della manovra difficile! Il ripido salitone è proseguito tutto in maniera molto simile: inclinazioni da paura, curve strettissime, e soprattutto dirupo onnipresente! A volte, eravamo costretti a rallentare la nostra salita, perchè i molti fuoristrada di fronte a noi, non avevano un raggio di sterzata tale da poter affrontare le curve in un unica manovra.

Arrivati in cima al salitone… ci siamo persi!
Vuoi perchè avevamo troppa fiducia nel Roadbook (o meglio nella nostra capacità di usarlo), vuoi perchè eravamo impegnati nei numerosi ostacoli del percorso, ci siam ritrovati in mezzo al nulla.
Vaga che ti vaga, alla fine abbiamo ribeccato il gruppo di fuoristrada, che a loro volta si erano persi! Allora ci siamo rincuorati: evidentemente c’erano degli effettivi problemi sul Roadbook. Comunque, non ci siamo persi d’animo, e grazie alle informazioni di un signore del posto, siamo riusciti a riprendere una via che, all’inizio non sembrava però poi così giusta.

In effetti, man mano che scendevamo in quello che sembrava essere un fiume in secca, le cose si facevano sempre più difficili. Però, ad un certo punto, abbiamo visto in mezzo alle piante, a fianco del percorso, un uomo dell’organizzazione, con la sua bella pettorina rifrangente! Li per lì ci siamo riempiti di felicità e serenità… ma poco dopo abbiamo capito perchè lui era li…

Cerchiamo di descrivere la scena: il percorso, di terra rossa indurita, diventa stretto e profondo nel mezzo, come una mini voragine a V. Il concetto è che in questi casi bisogna avanzare con le ruote poggiate ai lati di questa voragine, in sospensione. È stata una bella faticata… Per evitare di scivolare verso l’interno della voragine, ci siamo spesso arrampicati con le ruote anche sulle radici sporgenti degli alberi. Per bilanciare correttamente il Ranger nelle sue subitanee inclinazioni, io e Riccardo facevamo da contrappeso con il nostro corpo, spostandoci a destra e sinistra come altalene di un parco giochi! Dobbiamo essere stati davvero bravi, perchè, altri addetti dell’organizzazione, lungo questo tratto, ci hanno fatto i complimenti. Ovviamente non li abbiamo praticamente visti! tanto eravamo tesi e concentrati sulla voragine!!! Alla fine però anche questa è passata!

L’ultima sosta, prima dell’arrivo, è stata davvero la più particolare. Farro, frittata al tartufo, formaggi del posto, bruschette condite squisitamente, e altre cibarie, ci hanno sollazzato per un’oretta buona.

Quando siamo ripartiti, abbiamo deciso di accodarci ad un gruppo di fuoristradisti, che però, per nostra sfortuna, erano completamente ubriachi. Questo però lo abbiamo potuto verificare solo arrivati nei pressi di una cava di breccino… Mentre noi osservavamo inorriditi quello che succedeva, Suzukini, Pajero e chi più ne ha più ne metta, si davano all’aggressione dei mucchi di breccino, con molti di loro che puntualmente rimanevano insabbiati nel mezzo!

Dopo una mezz’ora, ci siamo avvicinati ad uno dei tipi, chiedendogli se sapevano come procedere… E li abbiamo avuto la conferma che erano ubriachi tronchi! Allora ci siamo armati di santa pazienza e alla fine siamo riusciti a ritrovare la via.

Passati attraverso un piccolo paesino, siamo giunti ad un altro punto di controllo. Qui il Roadbook diceva “Discesa pericolosa“. Memori della manovra pericolosa, abbiamo chiesto lumi allo staff.

Ci hanno detto: ridotte inserite e andate di freno motore e freno.

A parte che il Ranger ha freno motore ZERO! mentre ci appropinquavamo alla discesa, pensavamo che sarebbe stata una delle tante difficili discese viste già prima! E però ci sbagliavamo!

La discesa era più una parete verticale che una discesa. Ho messo le ridotte. Ho messo un bel piede saldo sul freno e abbiamo iniziato a scendere. O meglio: il Ranger scendeva, e io cercavo di farlo rallentare. Nel frattempo Riccardo mi diceva per la prima volta dall’inizio, che si stava cagando sotto. Io non mi stavo cagando sotto, ma ci andavo molto vicino, più che altro perchè ero così concentrato sulla guida, che anche se avessi voluto cagarmi sotto non ci sarei riuscito!
Il Ranger sculettava qua e la, e io cercavo di contrastare il suo movimento con veloci, piccoli, controsterzi. Otto litri di sudore e 3 minuti dopo eravamo arrivati alla fine del discesone! Ora, visto da sotto, appariva ancor di più un trampolino olimpionico!

L’ultimo pezzo che ci ha portato a destinazione ha dato anche lui il suo bel da fare. Un interessante guado, a tratti melmoso e a tratti dentro al fiume, ci ha costretto più volte a fare da contrappeso praticamente fuori dal Ranger. C’è stato un punto, che il Ranger era così imbarcato a sinistra, che io mi ero spostato quasi al posto di Riccardo, con il piede sinistro sul gas e la mano sinistra sullo sterzo, mentre Riccardo stava facendo come gli skipper quando la barca scuffia: in piedi sul bordo esterno della pedana, agganciato con le mani al Rollbar…. Ricordo ancora che dietro di noi c’era un Suzuky Samurai bianco, con un tipo che ci riprendeva col telefonino: penso che abbiamo dato davvero un bello spettacolo…

Ma alla fine abbiamo sorpassato anche ques’ultimo pezzo! Abbiamo ripreso la strada incatramata e siamo volati al centro di Sellano, da dove eravamo partiti. Li, una volta riconsegnato il Roadbook (perlatro tutto stracciato) la sorpresa è stata grande! Siamo stati premiati dall’organizzazione per il “Miglior Quad partecipante“. Ci hanno dato una targa di argento e un bel cesto pieno di prelibatezze del posto…

Certo, c’è da dire, che il Ranger, a onor del vero, non è proprio un Quad… ma nemmeno un fuoristrada! E poi, i quaddisti si erano tutti defilati! Quindi ci siamo beccati il nostro bel trofeo che potete vedere su questa pagina!

In ogni caso ci siamo divertiti davvero tanto e facciamo i più sentiti complimenti all’organizzazione (4×4 No Limits), alla F.I.F. e alla comunanza di Sellano.

Da sinistra : Riccardo, il Ranger e Davide appena rientrati dal raduno.

La partenza da Sellano, Davide alle prese con la strada e Riccardo alle prese con il GPS.

Il meritato premio per il “MIGLIOR QUAD” !!!

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