Dove eravamo rimasti? A si che andavamo a letto perché cotti dal viaggio.
Bene ci siamo svegliati alle 7 di mattina, abbiamo fatto colazione a casa di Yolanda con panini burro e marmellata, caffè, succo e poi l’incontro con lei per le istruzioni sul viaggio che ci attende.
Dopo averci illustrato in maniera meticolosa e con un precisione svizzera tutto quello che il Perù e la Bolivia ci avrebbe offerto le chiediamo cosa visitare di Lima e come visitare Lima, essendo una città (o meglio una metropoli) con 10 milioni di abitanti e diciamo, non proprio tranquilla.
Lei ci illustra sempre con precisione cosa visitare, come visitare, come spostarsi e come nascondere gli oggetti di valore.
Poi quando ci decidiamo a uscire ci dice che oggi (domenica) c’è una festa, tanto per cambiare in Perù, una specie di mercato dell’artigianato peruviano, dove vendono tutti i prodotti dell’artigianato peruviano e cibi da tutto il Perù. Praticamente visto questo possiamo anche tornare a casa che abbiamo visto tutto il Perù.
Noi, manco a dirlo, le diciamo che ci piacerebbe molto visitarlo e così Yolanda prende la sua borsetta, si mette un cappello e parte con noi per la fiera dell’artigianato. Fantastica.
La fiera è bellissima, musica andina, ovviamente, cibi e bevande stranissime, alcune buonissime, altre come dire… strane.
Mangiamo con Yolanda alla fiera, ci divoriamo in tre un piatto di carne che sarebbe stata una porzione (pura follia). Per la gioia di Chiara si mangia la carne con le mani, anzi tutto quanto con le mani, le posate non ci sono. Il piatto composto di carne, patate e fave è squisito. Oltretutto Chiara presa dal mangiare spartano e con le mani, si divora una fava intera con la scorsa e tutto, quando poi Yolanda le dice se le piacciono le Habas (Fave) e la pela prima di mangiarla, Chiara le dice: Ahh sono fave quelle??? E scoppiamo tutti e quattro in una risata folle. Effettivamente non sappiamo perché ma anche le semplici fave qui hanno una forma diversa… maahhhh…
Yolanda, ormai ha preso tutta la giornata per passeggiare e ci accompagna per il pomeriggio in giro per Lima visitando i giardini delle cascate, Miraflores e il parco dell’amore.
Facciamo spesa per la sera in una botteghina minuscola, ci prendiamo del pane un po’ di affettato, del formaggio e da bere che la sera cerchiamo di stare leggeri visto che ancora dobbiamo digerire la carne del giorno.
Il giorno dopo sveglia molto presto 5.30, ancora fusi dal fuso orario non facciamo fatica ad alzarci, siamo svegli dalle 4.00!!!
Yolanda e suo fratello ci accompagnano alla stazione degli Autobus del Cruz del Sur che più che una stazione degli autobus sembra un aereoporto.
Salutiamo Yolanda e suo fratello che sono stati di una gentilezza e disponibilità unica e li rivedremo gli ultimi due giorni quando torneremo a Lima.
Per partire dobbiamo fare il checkin come in aereoporto, si lasciano i bagagli per l’imbarco, si controlla il bagaglio a mano con il metal detector, si controllano i passaporti e fanno le foto ai passeggeri, quest’ultimo passaggio un pochino ci inquieta, come il fatto che l’autobus è seguito con il GPS, la velocità è controllata e non fa soste intermedie, i vetri sono oscurati, ecc.. ecc.. per la sicurezza dei viaggiatori.
Effettivamente l’autobus, è spaziale, da noi ce li scordiamo proprio degli autobus così lussuosi. Le hostess passano la colazione, da bere, le copertine, i cuscini, ti fanno vedere i film, la musica, insomma una cosa veramente seria, ed effettivamente prettamente per turisti.
Le quasi quattro ore di autobus passano velocissime.
Arriviamo a paracas dove ci attende Wilmer, la guida per visitare l’oasi di Paracas.
Dopo una breve sosta rinfrescante all’albergo partiamo con la sua macchina, una Nissan, di cui ne va veramente fiero, iper lucida e piena di scritte e adesivi vari, con musica andina a palla.
Visitiamo Paracas che manco a dirlo è meravigliosa e con Wilmer che ci spiega in dettaglio tutto quanto in maniera meticolosa. Pranziamo alla Lagunillas da un suo amico che ci presenta e ci fa gustare un ottimo pranzo a base di pesce, direttamente dalla rete da pesca alla tavola, strepitoso.
Rientrati in albergo ci rilassiamo un po visto che la giornata è stata molto intensa.
La mattina dopo si parte per le isole Ballestas, chiamate anche le piccole Galapagos del perù. Un’oasi per gli uccelli, pinguini, leoni marini. Un giro di un’ora in un posto dove sembra non esistere altro che gli animali, il cielo nero dagli uccelli che volano e l’isola talmente piena di uccelli marini che il suo colore è nero.
L’unica cosa a cui stare attenti è il guano (cacca!!!) perché si rischia una bella pioggia di cacca sulla testa, quindi cappelli o giacchetti impermeabili con cappuccio e via.
Al ritorno dalle ballista senza manco una pausa si riparte con il mitico Wilmer per visitare tantissime cose.
Prima di tutto la cantina artiginale del Pisco, il liquore simbolo del perù, che altro non è che una grappa realizzata artigianalmente. La cantina produce il pisco ancora con i metodi di una volta, schiacciando l’uva con i piedi e distillando il pisco con il fuoco a legna, forse è tutto questo processo che lo rende incredibilmente buono, e tra assaggi di pisco, crema al pisco, cioccolata al pisco, pisco sour, ci inizia a girare la testa.
Poi è la volta di ICA, una città incasinatissima, piena di TUC TUC i famosi apini indiani che sfrecciano e suonano in continuazione, qui veramente ci è sembrato di avere un dejavu con un altro nostro viaggio…
Dopo un ottimo pranzo, andiamo all’oasi di huacachina, un posto meraviglioso. Partiamo con un buggy per le dune di sabbia altissime, sembra di stare sulle montagne russe. Il nostro autista è bravissimo e ci fa divertire come due figli al luna park. Chiara ci fa diventare mezzi sordi dalle urla che emana quando si sale, ma soprattutto, scende dalle dune, che la macchina sembra cappottare.
Poi arrivati in cima ad una duna incredibilmente alta ma soprattutto incredibilmente ripida, l’autista si ferma, va dietro il buggy e prende due tavole da “SANDBOARD”. Che figata pazzesca, una scivolata di centinaia di metri sulla duna, sia io che Chiara ci riempiamo di sabbia fino dentro le parti intime…
In serata salutiamo Wilmer il nostro amico che ci ha accompagnata per tutti e due i giorni in giro a scoprire questo angolo di Perù, ci regala pure il cd di musica andina che abbiamo ascoltato in macchina questi giorni. La sua gentilezza e la sua disponibilità quasi ci commuove.
Ora ci attendono altre 2 ore di autobus per arrivare a Nazca, cittadina famosa per le sue linee nel deserto.
Non siamo arrivati che Chiara si è già fiondata al mercato
Paracas
Una macchina dei pescatori, piena zepa di granchi
Le isole Ballestas
Fritturina di pesce al ristorante
Su e giù per le dune del deserto
La bellissima oasi di Huacachina