Dovevamo immaginarcelo, oggi è Pasqua!!!
Sono le 9.00 siamo pronti ed in attesa dell’auto a noleggio, che come da accordi ci dovrebbero portare direttamente all’alloggio.Si fanno le 9.30, 9.45, 10.00 cominciamo a perdere le speranze. Parliamo con Lorna che è arrabbiatissima, sta provando a chiamare l’autonoleggio, ma non risponde. Prova, prova e riprova ancora, ma nulla. Alla fine ci propongono di rimandare a domani e per oggi di girare in autobus. Ci sembra l’unica possibilità. Partiamo un po’ contrariati, soprattutto io, mi preoccupa il mezzo km di ripidissima salita che dovrò fare per tornare, il bus naturalmente ci lascerá lungo la via principale. Mentre scendiamo, a metà strada vediamo una fermata dell’autobus, è un mini bus, così ci spiega un signore del posto, che ci porterà al terminal degli autobus e da lì dovremo prenderne un altro per raggiungere Beau Vallon.
Appena saliti mi travolge l’entusiasmo, di fatto adoro il contatto diretto con i locali e gli spostamenti con i loro mezzi, anche se ciò significa tanto tempo in più e a volte attese non quantificabili. Ora l’unica preoccupazione è per il mio pulcino, dovuta ai mezzi dell’anteguerra, dagli ammortizzatori inesistenti e dalla folle guida dei seschellesi.
Fortunatamente all’andata troviamo autisti moderati, per cui ci godiamo l’esperienza e la conoscenza con un gruppo di indiani che hanno attaccato bottone con Rick. Arrivati a Beau Vallon, la zona considerata più turistica, ci facciamo una bella passeggiata sulla grande spiaggia divertendoci a vedere come qui si sono organizzati con intrattenimenti marini, sci d’acqua, paracadute, moto d’acqua, sembra di essere sulla riviera adriatica anche se, paragonata a quest’ultima, sebrerebbe deserta.
Sabbia bianca e massi granitici, il mare è un po’ mosso per cui non posso valutarlo, ma di certo nonostante la sua bellezza non può essere paragonata ad una delle meravigliose spiagge delle isole più piccole. Carini i diversi locali che si trovano a ridosso della spiaggia, cosa quasi unica, finora non c’era mai capitato se non qualche chioschetto improvvisato. Nel primo pomeriggio, visto il tempo che si sta rabbugliando e la scarsità degli autobus, provati a cercare gli orari, senza successo, ci mettiamo in attesa dell’autobus. In questo frangente godiamo dell’assurditá dei seschellesi e dei loro modi un po’ grezzotti, passano per strada con i finestrini abbassati e la musica a tutto volume che pompa bassi da discoteca, dalle quali esce odore di vaniglia stucchevole tipo Arbre Magic, mega alettoni, vetri oscurati, insomma un mix di “billaggine”.
Il divertimento purtroppo finisce con l’attesa, arrivato il pullman, ci sistemiamo e capiamo che l’autista è un pazzo. Spinge l’accelleratore fino alla fine, per poi inchiodare di botto, questo a ogni fermata e ad ogni ostacolo, che sono tanti.
Comincio a preoccuparmi, sembra di stare sulle montagne russe, mi preoccupo, avverto dei fastidi, ma non posso nemmeno confessarlo a Rick, già si sta agitando ed andando in tilt; il giro è molto lungo e diventa insopportabile. Mi cingo la pancia con un braccio, mi metto in punta di piedi e cerco di attuttire tutti i sobbalzi facendo forza sulla mano aggrappata al sedile anteriore. Stremata, scendiamo una fermata prima e ce la facciamo a piedi. Purtroppo il rientro ci ha rovinato l’entusiamo dell’avventura, la preoccupazione di nuocere al pulcino ci ha agitati entrambi. Fortunatamente non ci sono stati problemi.